"The Blue Poets non sono solo dei tecniconi (non c’è trucco e non c’è inganno: album registrato completamente in analogico), sono dei menestrelli erranti che risalgono il delta dell’Elba con in spalla la propria chitarra e le loro storie di amori tristi e infranti (Goodbye, Sad, Sad, Sad) e vite sofferte nel blues (It’s About Time) esattamente come un tempo John Lee e Robert Johnson risalivano il Mississippi raccontando le loro storie.
Siamo di fronte a una lega anseatica del blues? Speriamo di sì, e speriamo che la lega estenda il suo dominio live al di fuori delle terre teutoniche anche perché The Blue Poets è senza ombra di dubbio uno tsunami blues che vale la pena ascoltare."